La figura della donna nel Medioevo

In epoca medievale la donna veniva ritenuta un essere inferiore, e a tale concezione contribuiva anche la Chiesa, che nel diritto canonico la definiva “cosa necessaria all’uomo” e poi con i Padri della Chiesa la sua considerazione si tramutò in “porta dell’inferno”.

Nella realtà del Medioevo la nascita di una bambina era vissuta al pari di una disgrazia, in particolare dai padri su quali gravava da quel momento l’incubo della dote da fornirle.

La considerazione nei confronti delle bambine era minima: venivano nutrite male e vestite in modo peggiore rispetto ai loro fratelli maschi. Una volta cresciute, avevano due soli obiettivi nella vita, ovvero la procreazione e la cura della casa.

Trascorrevano all’interno di quattro mura gran parte dell’esistenza, uscendo solamente per accompagnare in chiesa le madri. La loro vita sociale, dunque, era assai limitata: vigeva infatti il divieto di esprimersi in pubblico.

Raggiunta l’età della maturità, due erano le alternative: il convento – l’unica possibilità per le donne di avere accesso alla cultura – oppure il matrimonio con un uomo scelto dal padre. Così, una volta sposate, passavano dalla tutela del capofamiglia a quella del marito, trasferendosi nella casa di quest’ultimo o nella dimora dei suoceri.

Nel primo caso, erano loro a gestire il focolare domestico, mentre nel secondo, ben peggiore, si ritrovavano costrette a subire l’autorità della famiglia del marito. Spesso, inoltre, dovevano sopportare la presenza di amanti del coniuge e di figli illegittimi, mentre l’adulterio femminile veniva punito frequentemente con il rogo.

L’unica concessione era la possibilità di divorziare se il marito non era in grado di procreare o nel caso in cui avesse dilapidato la loro dote, un bene che alla morte del coniuge sarebbe dovuto ritornare alla moglie.

L’adulterio era punito in maniera severa, ma non era prevista alcuna pena per l’abbandono del tetto coniugale. La morte del marito coincideva con il ritorno della donna nella casa dei genitori, talvolta però il consorte lasciava la propria abitazione in usufrutto alla moglie sino a quando i figli non avessero raggiunto la maggiore età.

Da vedove le donne potevano liberarsi sessualmente e avere rapporti con uomini diversi, mantenendo ovviamente la massima discrezione.

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Fermati Otello! è un’Associazione di volontari che nasce con lo scopo di sensibilizzare i cittadini sul tema della violenza di genere, proponendo dibattiti, creando momenti di confronto sul femminicidio, bullismo, sessismo, omofobia, organizzando iniziative e promuovendo corsi di prevenzione alla violenza presso le scuole di Milano.

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